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Dopo mesi dall’inizio dello scontro Russia-Ucraina il rincaro dei prezzi continua ad aumentare, ecco la situazione attuale

Il rincaro dei prezzi non è un problema emergente nel nostro Paese, da diversi mesi infatti è diventato tra i temi più caldi di discussione. Se fino a qualche mese fa la situazione sembrava essere sotto controllo, al momento, considerando le analisi di mercato effettuate, non sembrano esserci margini di miglioramento nel breve termine. Ma chi è che paga le conseguenze di questo aumento dei prezzi?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda in quanto, seppur in forme diverse, sono numerose le figure direttamente coinvolte. Produttori e fornitori sono stati tra i primi a dare l’allarme poiché rappresentano la prima categoria ad aver subito cambiamenti radicali nell’immediato, a differenza dei consumatori finali che hanno vissuto il salato rincaro dei prezzi solo successivamente.

I dati ISTAT stimano che il 13% della popolazione italiana abbia cambiato di recente le proprie abitudini in campo alimentare, prediligendo prodotti a basso costo piuttosto che riporre nel carrello marche più rinomate e di alta fascia. Inoltre, il forte aumento dei prezzi ha modificato radicalmente le abitudini di acquisto dei consumatori, ad oggi il 51% dei cittadini italiani acquista solamente lo stretto necessario, senza cedere alla tentazione di acquistare comfort food o cibi che esulano dalla lista della spesa.

A questo punto le figure coinvolte non sono solo più i produttori, fornitori e consumatori ma rientrano anche nella categoria dei colpiti  i lavoratori dipendenti impiegati nel settore dell’alimentazione. Si pensi che, sempre secondo i dati ISTAT, il 10% delle aziende della filiera agroalimentare si è vista costretta a chiudere i battenti, mentre il 34% ha dovuto fare i conti con un bilancio negativo. Va da sé che in una situazione di precarietà generale siano anche i dipendenti a subirne le conseguenze dirette, molti hanno perso il loro posto di lavoro proprio per via dei pochi guadagni registrati di recente e, se la situazione non dovesse migliorare, il futuro dei lavoratori sarà messo, ancor più duramente alla prova. 

L’analisi Coldiretti sui dati ISTAT

Cifre da capogiro sono state condivise da Coldiretti nelle giornate passate con aumenti che radoppiano il prezzo di base dei prodotti, come nel caso dei concimi e mangimi, che registrano rispettivamente un +170% e +90%, o del gasolio, con un incremento pari del 129%

Per quanto riguarda il materiale per l’imballaggio dei prodotti è la plastica a posizionarsi al primo posto con il 70% di aumento, seguita dal cartone con il 45% e dalle etichette aumentate del 35%.

In percentuali minori ci sono acqua minerale (+11%), succhi di frutta (+10%) e concludono la lista le bibite gassate (+7%).

Le misure adottate dall’Italia basteranno a contrastare il rincaro dei prezzi?

Nel frattempo il governo italiano, come altri Stati dell’Unione Europea, è corso ai ripari promuovendo interventi diretti alle famiglie e alle imprese durante questo difficile periodo. Per i soggetti considerati più vulnerabili, con un reddito inferiore alla media, sono stati attuati dei bonus sociali per le bollette di luce e gas, per gli autotrasportatori la diminuzione dell’IVA sul gas mentre alle imprese sono stati offerti dei crediti d’imposta sulle spese di gas ed energia elettrica. 

Nonostante questi sussidi la situazione è ancora delicata e la preoccupazione maggiore da parte degli italiani resta quella di non poter più far fronte all’aumento dei prezzi.